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Presentati i primi due paper del progetto “EU60 Refounding Europe: the responsibility to propose”

Il progetto “EU60 Refounding Europe: the responsibility to propose”, è stato ideato dalla Segreteria Generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale assieme allo Istituto Affari Internazionali in vista del sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma. Il primo dei due paper (consultabile qui) ha come tema le potenzialità offerte dalla PeSCo nel settore della difesa europea. Il secondo (consultabile qui) riguarda l’allargamento e mette in guardia dai possibili rischi di un cambio di approccio troppo marcato nella dottrina europea dell’allargamento. Il 20 marzo è prevista la conferenza conclusiva del progetto. 

Il progetto “EU60 Refounding Europe: the responsibility to propose”, lanciato nel novembre scorso insieme con l’Istituto Affari Internazionali, si inserisce tra le attività previste in occasione delle celebrazioni per il sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma. Per una presentazione del progetto sul sito dello IAI cliccare qui. La ricerca è stata indirizzata verso il tema dell'”integrazione differenziata” e l’apporto che quest’ultima può dare al rilancio del progetto europeo, in una fase di grande incertezza sul futuro dell’U.E.

Assieme allo IAI sono coinvolti altri sette prestigiosi think tank europei. Oltre allo IAI, i think tank coinvolti sono: Egmont (Belgio), Notre Europe (Francia), SWP (Germania), CERE (Lussemburgo), Clingendael (Paesi Bassi) e due think tank brussellesi di respiro europeo e di grande prestigio come il CEPS e l’EPC.

Ogni ente coinvolto presenterà un paper su differenti aspetti dell’integrazione differenziata, sia relativi a singole politiche (PESC, difesa, migrazioni, allargamento), sia di carattere piu’ generale (implicazioni politico-istituzionali, governance economica).
Il progetto terminerà con una conferenza internazionale, che avrà luogo in apertura della settimana che porterà alla cerimonia per il sessantesimo dei trattati, e durante la quale sarà presentato un documento finale, contenente concrete linee di policy da sottoporre all’attenzione dei decisori politici.

Il primo dei paper “Differentiated Integration in Defence: A Plea for PESCO” tocca il tema della difesa comune europea, un settore che già vede diversi livelli di integrazione tra i Paesi Membri, ma al di fuori del quadro legale dei Trattati europei. Nel paper l’autore, partendo dal presupposto che ora vi sia una finestra di opportunità per forme di cooperazione strutturata permanente (PeSCo) ex art. 42.6 del Trattato di Lisbona, presenta in maniera dettagliata i vantaggi di tale soluzione in termini di accresciuta efficacia ed operatività. La PeSCo dovrebbe però andare oltre gli ambiti tradizionali (es. procurement) e puntare alla creazione di strutture multinazionali permanenti, con l’obiettivo di passare dalla semplice cooperazione ad una vera e propria integrazione delle capacità di difesa degli Stati Membri. Il Fondo europeo per la difesa proposto dalla Commissione europea potrebbe rappresentare un forte incentivo, ma è necessario anche un cambio di approccio strategico, passando da interessi e piani di difesa nazionali ad un quadro basato su obiettivi comuni.

Lo studio realizzato da Barbara Lippert “The Nexus between enlargement e differentiation” presenta una prospettiva diversa. Secondo l’autrice, la dottrina dell’allargamento è agli antipodi dell’integrazione differenziata, anche se nella pratica si può tradurre in livelli differenziati di integrazione (limitati però temporalmente). Ciò non esclude che l’approccio massimalista (tutto o niente) sinora adottato possa essere adattato sulla base di considerazioni realistiche, visto l’attuale stallo parziale del processo di allargamento. Ciò andrebbe comunque perseguito “cum grano salis”, per il rischio che si aprano lunghe rinegoziazioni con i Paesi già Membri dell’UE insoddisfatti delle condizioni della propria partecipazione, con conseguenze possibilmente letali per l’Unione stessa.